Il riso è un ingrediente molto versatile che può essere associato a molti altri alimenti per la realizzazione di ottimi e gustose
minestre e risotti.
Pensando a quest'ultimi non possono non venire alla mente il risotto alla Milanese, risi e bisi, il riso alla pilota o il più moderno riso venere che così bene si sposa col pesce.
La Lombardia, assieme ad una parte del Piemonte confinante con la nostra
regione, è il più grande produttore di riso d'Italia.
Nella nostra regione il riso viene prodotto nel Parco del Ticino (nelle province
di Milano e Pavia), in Lomellina, nel Lodigiano, nel Basso pavese e nel Basso
Mantovano.
Nella parte mantovana confinante con il veronese c’è la cosiddetta “Strada
del riso e dei risotti Mantovani”: da Roverbella a Governolo, Castelbelforte,
Porto Mantovano, San Giorgio, Castel d’Ario, Villimpenta e Roncoferraro, vere
capitali gastronomiche del riso. La varietà per eccellenza del mantovano è il
Vialone Nano, mentre nel Basso Pavese (delimitato a ovest dalla statale
vigentina, a est dalle province di Cremona e
Piacenza, a nord dal comune di
Pavia e a sud dal Po) a partire dagli anni 50 si è diffusa
con grande velocità la produzione del Carnaroli, nato dall’incrocio varietale di
Lencino e Vialone,
Il chicco di riso è di colore bianco o giallo chiaro, di aspetto cristallino,
più o meno lungo e con sezione più o meno ovale a seconda della varietà.
Originario dell’Asia in cui ancor oggi rappresenta ben l’80% dell’alimentazione
della popolazione, il Riso è uno dei cereali più antichi, la cui conoscenza è
ben più remota di quella del frumento. In Italia, dove la coltivazione del riso
si è diffusa soprattutto nell’arco del XIX secolo, ogni anno se ne consumano
circa 5 chilogrammi procapite.
La risicoltura in Lombardia è da sempre legata a quella delle province di
Milano, Lodi e Pavia: risalgono al 1200 i primi documenti che attestano
l’esistenza del riso, scambiato come una spezia rara nei mercati della regione.
La produzione annuale nazionale si aggira sui 15 milioni di quintali di risone,
pari a un quarto di quella mondiale. Il mercato italiano assorbe 4 milioni e
mezzo di quintali, il resto è esportato nei Paesi dell’Unione Europea (3 milioni
e mezzo) e negli altri Paesi.
La coltivazione del riso era un tempo un lavoro molto faticoso, perché in
assenza di macchine, l’intera lavorazione – l’impianto, la pulitura dalle
infestanti, la raccolta - veniva
fatta a mano: le mondine (dal nome della monda, la fase di pulizia delle
risaie) erano le donne, per lo più giovani, che ogni anno si allontanavano da
casa per i 40 giorni della stagione di lavorazione del riso: queste le parole di
una donna del paese di Santa Cristina (Lodi) ex mondina “… Lì si
coltivava il riso e basta. Erano tutte terre … marce, ma che davano il riso
migliore di tutti, il carnaroli. Veniva una spiga scura che era una bellezza,
era un riso bellissimo e buono. In quelle terre lì si sprofondava fino a metà
coscia. Con le mani dovevamo appoggiarci al fondo per poter tirar su le gambe e
si doveva stare attenti. Facevamo tutte così: per fare il passo dovevamo
appoggiare le mani sul fondo… Anzi, mia mamma non andava a mondare il riso in
quelle paludi, perché aveva paura. Noi eravamo giovani, signorine, magre e forti
e andavamo più lì che in altri posti.... "
Il Riso può essere utilizzato nelle preparazioni più varie: risotti,
insalate, minestroni, arancini e altro ancora. Può anche essere servito
bollito, in accompagnamento a secondi a base di carne o pesce.
Il riso è inoltre un elemento principale per la preparazione di molti piatti
lombardi: ris e erborin, riso alla pilota, riso col Persico, riso in cagnone,
risotto alla milanese, risotto alla pitocca, ecc...
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